La congregazione 
Benedettina Olivetana

La Congregazione benedettina di Santa Maria Monte Oliveto è stata fondata dal senese Giovanni Bernardo Tolomei (1272-1348). Per volontà dello stesso fu scelta per la nuova Congregazione la Regola di San Benedetto da Norcia e l’abito bianco in onore della Beata Vergine Maria, che ella stessa, durante un’ apparizione, consegnò al Tolomei insieme con lo stemma della Congregazione; questo è formato da tre monti bianchi, una croce rossa e due ramoscelli di ulivo che rappresentano come i monaci debbano portare frutto nella chiesa. Cosi nacque la Congregazione Benedettina di Monte Oliveto con decreto del vescovo di Arezzo del 26 marzo 1319.

La vestizione del fondatore e dei confratelli Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini avvenne nella cappella della Santissima Trinità ad Arezzo. Successivamente ci furono le professioni monastiche dei primi monaci nella cattedrale aretina, alla presenza del vescovo e del popolo per le mani del monaco Giovanni, che “ donò loro la bianca cocolla, segno irrevocabile dell’investitura monastica, dopo averli benedetti con le preghiere d’uso”. Sottoscritta la “ Charta Fundationis” (documento di fondazione ) del monastero di Monte Oliveto, i pii solitari, cosi definiti, tornarono al loro deserto per condurre da quel momento vita cenobitica. Bernardo Tolomei, dopo Patrizio Patrizi, Ambrogio Piccolomini, e Simone di Tura, fu il quarto abate di Monte Oliveto. Sempre reticente ad ogni elezione abbaziale, alla fine dovette acconsentire, e rimase abate fino alla morte, sempre rieletto annualmente.

Nel 1344 il 21 gennaio il papa benedettino Clemente VI approvò la Congregazione di Monte Oliveto.

Un anno prima della sua morte, il Capitolo Generale gli conferì il titolo di “Abate perpetuo” a motivo della sua santità; egli non si allontanerà mai dalla volontà di Dio nel servizio ai fratelli. Bernardo Tolomei morì nella pestilenza del 1348, assistendo i fratelli.

La Congregazione continuò il suo cammino, ed è arrivata fino ad oggi attraverso le vicende talvolta molto burrascose della sua storia.

Il 400 e il 500 sono stati i secoli d’oro costellati anche di tanti monaci santi; in particolare il secolo di maggiore sviluppo della congregazione è stato il XVI secolo con maggior numero di monaci 76 monasteri e 1173 monaci. Dopo la metà del secolo XVIII ci fù la chiusura di diversi monasteri a causa della crisi economica del tempo. Nel 1770 prima delle soppressioni causate dalla rivoluzione francese, i monasteri erano 83, i monaci 855. Nel 1771 iniziarono le soppressioni che possono essere descritte come le 15 stazioni della via crucis olivetana: soppressioni da parte della repubblica veneta, del gran ducato di Toscana, del governo imperiale di Vienna, del regno di Sardegna e poi dei governi rivoluzionari francesi, ed anche da parte della Santa Sede.

1870: nessun monastero è più in mano alla Congregazione. 1876: l’abate dom Placido Schiaffino, poi cardinale, acquistò una casa a Settignano di Firenze trasformandola in monastero. Fù la nuova culla della Congregazione, che da allora si è sviluppata fino ad estendersi in 4 continenti.

Nella sua storia troviamo monaci musicisti fra cui eccelle dom Adriano Banchieri (1568-1634) di Bologna, celebre per i suoi madrigali; non sono mancati monaci scienziati, letterati, storici, matematici, miniatori, intarsiatori teologi, filosofi, cosmografi; molti monaci poi sono nati al cielo in concetto di santità.

Dal capitolo generale straordinario del 2013 la Congregazione ha ricevuto un nuovo impulso, approfondendo il proprio carisma specifico, sempre attuale e vivente. Esso fa della nostra Congregazione “un agape fraterna di comunità ed è all’origine di quel singolare vincolo tra monaci e monasteri che ben contraddistingue questa Congregazione monastica”, per cui si applica ad essa la dicitura “dell’ unum corpus”. La nostra Congregazione “ si compone di tutti i monasteri olivetani, uniti come in un solo corpo con vincoli spirituali, di solidarietà e giuridici. La suprema autorità legislativa è esercitata dal Capitolo generale, che è segno e strumento di unità di tutta la Congregazione. L’ Abate Generale presiede la Congregazione con il potere esecutivo, esercitato con il definitorio, in conformità con le Costituzioni”. (Costituzioni n. 149)